Brainstorming

«Allora, signorina, prenda appunti. Pronta?».
«Pronta, signore».
«Titolo: "Idee e spunti per la nuova versione del nostro programma informatico per l'analisi agli elementi finiti"».
«…».
«Ha scritto?».
«Sì, signore».
«Molto bene. Adesso stia attenta».
«Ci sono, signore».
«Innanzi tutto, l'interfaccia. Vorrei usare un azzurro chiaro, tipo carta da zucchero, per lo sfondo dei pannelli, ed un blu elettrico per il testo. L'area grafica, invece, la voglio rossa».
«Rossa?».
«Sì. Un bel rosso acceso, tipo quello della Ferrari. Ha presente?».
«Certo».
«Perfetto. Naturalmente manteniamo giallo paglierino per la geometria del modello ed arancione per il cursore del mouse, s'intende».
«Ok».
«Per quanto riguarda il modello, nessuna entità geometrica potrà essere disegnata a mano libera, ma solo inserendo le relative coordinate».
«"…relative coordinate"».
«Coordinate sferiche, naturalmente.
«Sferiche?».
«Ma certo, sferiche. Perché?».
«Non sarebbe più semplice poter usare anche le coordinate cartesiane? ».
«Certo che sarebbe più semplice. E' proprio per questo che non sono previste. Capisce? ».
«Temo di no, signore».
«Non importa. Allora, proseguiamo. Mi ascolti bene, adesso».
«Sì».
«Parliamo di componenti, proprietà e materiali. Il processo di creazione dei materiali dovrà essere fatto prima di quello dei componenti, ma dopo quello delle proprietà. Dovranno essere create prima le proprietà, poi i materiali, quindi i componenti. Mi sta seguendo?».
«Sì, signore».
«Successivamente si assegneranno le proprietà ai materiali, i materiali ai componenti, i componenti alle proprietà, i componenti ai componenti, le proprietà ai materiali dei componenti, i componenti alle proprietà; quindi, di nuovo: materiali a componenti, proprietà a materiali, componenti a proprietà, materiali a materiali, componenti, proprietà e menu a tendina, rigorosamente in quest’ordine. Tutto chiaro?».
«Più o meno, signore».
«Naturalmente, tutto questo nel caso in cui si stia usando il programma nei giorni pari. Nei giorni dispari il procedimento andrà eseguito nell’ordine opposto, a meno che non stia piovendo e si indossi qualcosa di verde. Ha scritto tutto?».
«…».
«Signorina, qualcosa non va?».
«Mi sembra una procedura lunga e complessa. Non si potrebbe eliminare qualche passaggio?».
«Oh, via, non sia sciocca. Va benissimo così. Piuttosto, veniamo alla parte principale: i comandi».
«Sì».
«Pensavo che, per far eseguire i comandi, si potrebbe implementare un pulsante con una dicitura ambigua, in modo che non si riesca mai a capire se il programma abbia eseguito o meno l'operazione. Che ne pensa?».
«Credo che non sia molto intuitivo, signore».
«No, infatti, non lo è, per la miseria se non lo è. Però è davvero divertente, non trova? Voglio dire: pensi a tutti quei poveracci che usciranno di testa mentre useranno il nostro programma. Esilarante. Esilarante!».
«Signore, sta facendo di nuovo quella cosa con gli occhi. Si sente bene?».
«Mai stato meglio, Sara».
«Mi chiamo Pamela, signore».
«E io cosa ho detto? Ora, Carla, ascolti attentamente: i pulsanti».
«Sì».
«I pulsanti dovranno avere nomi in codice».
«In codice?».
«Stavo pensando ai nomi dei personaggi di Walt Disney: "Pippo", "Paperoga", "Gastone", eccetera».
«Ah».
«Non solo: per ogni nome, ci saranno più pulsanti. Ad esempio: "Pluto1", "Pluto2", "Pluto3", e così via, fino, diciamo, a "Pluto92¾", tutti svolgenti operazioni nel medesimo ambito, giusto?».
«Giusto».
«Sbagliato! Ogni pulsante del gruppo svolgerà un’operazione totalmente diversa da quella svolta dagli altri».
«E come faranno gli utenti a capire la funzione associata ad ogni pulsante?».
«Non capiranno niente. Quei dannati figli di puttana non capiranno niente, Claudia. A meno che non abbiano prima letto tutto il manuale del programma: duemila e cinquecento pagine, carattere 6pt, senza figure. In latino».
«Latino?».
«Non le piace? Preferisce lo swahili? Guardi, sinceramente, anch'io sono indeciso».
«…».
“Facciamo così: il latino per il manuale, lo swahili per il programma. Che gliene pare? Io trovo sia perfetto».
«…».
«E senta questa: non ci saranno unità di misura. millimetri, joule, pascal: niente».
«Niente?».
«Niente. Solo numeri. E se sbagli di un ordine di grandezza, bam! Sei fottuto. Fottuto, le dico!».
«Ma, scusi, in questo modo gli ingegneri saranno costretti a tornare indietro e ripetere la stessa operazione decine di volte. Sarà frustrante».
«Non potranno, perché non esiste il tasto "annulla"! Vedrà, ci sarà da divertirsi!».
«…».
«Riesco già a vederle, quelle ridicole mezze seghe, mentre impazziscono cercando di capire come mai il solutore non riesca a completare l’analisi! Ah! Ah! Ah!».
«Signore, è tutto sudato e sta tremando vistosamente. Chiamo il 911».
«Non dica sciocchezze: mi sento così vivo! Ho voglia di festeggiare. Angela?».
«Pamela».
«Chiami mia mia moglie e le dica di mettersi un vestito elegante, che stasera la porto al ristorante del Plaza».
«…».
«…».
«…».
«Andiamo, Nicole. Cosa sta aspettando?».
«Signore, non posso farlo».
«E perché mai?».
«Sua moglie è morta dieci anni fa, signore».
«Puoi dirlo forte, figliolo. Puoi dirlo forte».